domenica 10 giugno 2007

Lettera 3: Conosci te stesso


Caro Emautù,

ieri un lettore di queste pagine, il cui nome è Bulgakov, ha voluto partecipare alla nostra discussione, scrivendo queste importanti parole: "Penso da qualche giorno alla sigla di una nota trasmissione radiofonica, ripete incessantemente -siamo sè stessi-. Essere sè stessi, conservare questa condizione è una delle cose più difficili da preservare. Prendo in prestito il tuo Epicuro e la sua dottrina sulla nascita delle cose. Epicuro sostiene che tutto è composto da particelle elementari. Queste per loro natura tendono a seguire una traiettoria verticale verso il basso e quella seguirebbero per sempre se non esistesse il clinamen. Nel loro percorso esiste cioè una "deviazione", una forza che li fa urtare, producendo qualcosa di nuovo. Ecco queste deviazioni del tutto naturali tendono a farci essere meno sè stessi. E' solo una questione di ritrovare la tua traiettoria, cosa difficile ma indiscutibilmente possibile". Ebbene, quale miglior occasione che questa per riflettere sulla conoscenza di se stessi? Innanzitutto, d'accordissimo con Bulgakov sul fatto che essere se stessi è difficilissimo, soprattutto nel nostro tempo, dove l'apparire è divenuto un valore, mentre l'essere spesso un imbarazzo. Ormai si tende ad agire per mostrarsi belli agli occhi degli altri, per ottenere un qualche profitto da ciò che vuole il destinatario, che gestisce in potenza o in astratto il nostro interesse. Esempio che può apparirti trivale: un gruppo di amici di cui facciamo parte pretende da noi il capello cortissimo, anche se non ci sta bene? Ebbene, lo si fa, perché conta più far parte di quel gruppo che soddisfare la propria volontà. Ed ormai la nostra società va avanti a mode. Una volta, ad esempio, esistevano i veri comunisti, quelli mossi dall'ideale, quantunque incondivisibile in molte cose, ma tendenti anche al confronto con le altre parti in gioco nel sistema politico. Oggi esistono molti mocciosi che vanno in giro con la maglietta rossa con l'effige di Che Guevara e la barbetta, che vanno contro gli USA e contro Silvio Berlusconi a spada tratta, a prescindere dal fatto che possano qualche volta dire o fare qualcosa di oggettivamente sensato, che colpiscono la Chiesa perché meramente bisogna essere atei a tutti i costi, in quanto la religione è l'oppio dei popoli. E spesso questi sfasciano le città. In estrema sintesi, il comunismo è divenuto ormai una ideologia di costume. Così com'è è divenuta tale l'ideologia nera, che più nera non si può. Io, caro Emautù, sono contrario alle ideologie sistemiche, quelle che non ammettono dialogo e moderazione; ritengo, inoltre, che ogni ideologia faccia parte di un determinato periodo storico: una volta terminato il contesto, essa perde la sua sostanza e di conseguenza la sua utilità. Come sono contrario ai fondamentalismi e agli integralismi religiosi. Guardati bene, caro amico, ad esempio dal concepire il mondo in chiave manichea. Non c'è tutto bene da un lato e tutto male dall'altro, quantunque le interazioni sono basate sul conflitto fra queste due forze dinamiche. Penso, infatti, che il mondo non sia nettamente spaccato in queste due categorie, ma che lo siano gli uomini nel loro animo. Ci sono uomini del tutto cattivi, uomini del tutto buoni, uomini a volte cattivi ed a volte buoni. I difetti, infatti, sono in noi, non nelle cose. Ma ritorniamo alla conoscenza di se stessi.

E voglio parlarti, Emautù, in primo luogo dello gnosticismo, un termine usato dagli studiosi per raggruppare una serie di dottrine religiose del II e del III secolo. Il nome deriva dal greco gnosis, che significa "conoscenza". Sono gnostiche le religioni che mettono l'accento sulla necessità della vera conoscenza per esere salvato e predicano la vera conoscenza di se stessi. Solo quando si conosce veramente se stessi si può essere liberati dai mali di questo mondo, che sono quelli dell'esistenza materiale. La fuga è possibile solo con la reale conoscenza di se stessi. Fuoriuscendo dalla dimensione spirituale dello gnosticismo, conoscere se stessi è davvero il modo per essere liberati dal male, che definirei alla Montale, cioé il mal di vivere. E' infatti vita quella basata sulla mera apparenza? Ci si può guardare con fierezza allo specchio se si esiste nella società, mentendo sulla propria forma mentis e sul proprio modus cogitandi? No, non lo è. Emautù, sii te stesso sempre e comunque. E se non sai chi sei, conosciti. Se è indipensabile, mettiti da parte per un pò, allontanati dall'ambiente in cui capisci di aver dato troppo spazio all'apparenza. Non perseverare nell'errore, in quanto il rischio conseguente potrebbe essere l'accumulo di stress ed ansia, l'impossibilità ad interagire con chiarezza e lucidità, il mal di vivere, la depressione.

Buona domenica, Emautù.

1 commento:

Bulgakov ha detto...

Un mio caro amico dice che i refusi sono animaletti con occhi e bocca. Uno ha fatto tanna tra le mie parole un segnetto imperdonabile su tante "e" ... non me ne vogliate.